SISTRI: decreto di esenzione per le aziende con meno di 10 dipendenti
A breve sarà ufficiale il decreto che esenta dall’obbligo di versare il contributo per il Sistri gli enti e le imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che hanno meno di 10 dipendenti. Rimarranno assoggettati al Sistri solo i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da scavo, costruzione e demolizione, da lavorazioni industriali e artigianali, da attività commerciali, di servizio e sanitarie; i produttori iniziali di rifiuti che ne effettuano lo stoccaggio; soggetti che raccolgono, trasportano, recuperano e smaltiscono rifiuti urbani in Campania.
Il decreto di esenzione dal Sistri per le imprese con meno di 10 dipendenti ha dunque salvato dall’onere di versare il contributo diverse categorie di piccoli artigiani quali carrozzieri, elettrauti, parrucchieri, orafi se utilizzano acidi, tintorie, lavanderie, impiantisti, fabbri e falegnami che effettuano anche verniciature, odontotecnici, metalmeccanici, autofficine, tipografie, estetiste.
Il decreto di esenzione dal Sistri per le piccole imprese ha scatenato scontri tra le aziende e le associazioni che le rappresentano. Da un lato, Cna Fita appoggia la scelta del Ministro dell’Ambiente perchè libera da ulteriori oneri economici ed amministrativi, per un sistema che tra l’altro ancora non funziona, migliaia di piccole imprese che già attraversano a stento un periodo di crisi. Fai-Contrasporto si dice invece contraria al decreto, perchè l’esenzione escluderebbe dal sistema quasi il 90% delle aziende, rendendo vano lo scopo per cui il Sistri è nato: combattere la presenza di soggetti malavitosi nel settore dei rifiuti.
Sistri, il Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti ha attraversato una percorso a dir poco travagliato. Nato nel lontano 2009, allo scopo di semplificare le procedure di gestione e tracciabilità dei rifiuti (ospedalieri, urbani, speciali e pericolosi), ha visto la luce solo nell’Ottobre del 2013 per le imprese che trattano rifiuti pericolosi. I produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi, i Comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della Regione Campania hanno ricevuto una proroga per il 3 Marzo 2014. Tutte le aziende, comprese quelle che ad oggi non hanno ancora usufruito del servizio, sono state obbligate a pagare il “contributo” sin dall’inizio. Pare che la cifra totale, versata da 400 mila aziende, si aggiri intorno ai 700 milioni di euro.
Il Sistri è stato annunciato come un sistema innovativo di “avanzatissima tecnologia militare”. In sostanza l’idea era una rete informatica in grado di garantire la tracciabilità di chi produce rifiuti speciali, di chi li trasporta e di chi li smaltisce cui si ha accesso, tramite l’utilizzo di chiavette usb, da qualsiasi impresa iscritta, per poter trasmettere dati e informazioni sulle operazioni di trasporto dei rifiuti. Mentre i veicoli che trasportano rifiuti vengono monitorati tramite l’installazione di scatole nere.
Tuttavia, già del suo esordio il Sistri si è contraddistinto per scarsa chiarezza e funzionalità, dato che la procedura di affidamento del contratto venne coperta dal Segreto di Stato dal governo Berlusconi e che i meccanismi progettati da Selex, azienda Finmeccanica, sono stati da subito un flop. L’avvio del Sistri era previsto per luglio del 2010 ma al Ministero, in quella data, si sono accorti che il sistema non era pronto. Così, di rinvio in rinvio, si è giunti a maggio 2011 quando, dopo aver annunciato la ‘rivoluzione’, ben un terzo delle scatole nere scatole nere, installate sui veicoli per monitorare ogni causa di eventuali guasti e danni, ha fatto cilecca. Poi la storia è continuata tra incertezze, tentennamenti e rinvii. Per non parlare dei costi: il contributo versato dalle imprese per un servizio che non è stato mai erogato, l’acquisto delle black box e delle chiavette USB. Naturalmente intorno al Sistri giravano anche mazzette e fondi neri e così tra corruzione e tangenti sono anche finiti in carcere tre ex manager di Finmeccanica e imprenditori. Mentre altri politici, dirigenti e operatori economici hanno ricevuto avvisi di garanzia dalla Procura di Napoli, che indaga sul caso Sistri.
Ad oggi, 18 Aprile 2014, il Sistri non è ancora diventato realtà, ma senza dubbio rappresenta l’ennesimo caso di inutile vessazione delle imprese e di cattiva gestione italiana il quale piuttosto che semplificare ha oberato le aziende di ulteriore e inutile burocrazia.