Fermo nazionale Autotrasporto a fine Ottobre

Proclamato il fermo nazionale autotrasporto da Trasportounito, l’associazione nazionale riunitasi Sabato 7 Settembre a Roma. I tir saranno fermi per 5 giorni.

A determinare la decisione del fermo nazionale è il profondo malcontento di un settore deluso da un governo incapace di intraprendere iniziative utili a salvaguardarne l’esistenza. Nell’ultimo anno tra fallimenti, chiusure e liquidazioni hanno chiuso 3.000 aziende, mentre lo Stato non ha nemmeno tentato di allontanare dalle strade italiane i vettori esteri che non rispettano gli standard minimi di sicurezza sulle strade.

Tra tutte le iniziative intraprese dal governo al fine di consentire al settore autotrasporto di resistere, nemmeno una è stata portata a termine. Si era parlato di garanzia dei costi minimi di sicurezza, di cercare una soluzione al problema dell’intermediazione e della sua incisività sui costi, dei mancati controlli alla committenza: dopo le prime discussioni su tali argomenti tutto è caduto nell’oblio.

Per non parlare della reintroduzione del Sistri, confermata da parte del Governo, dal primo ottobre prossimo. Il Sistri è destinato alle aziende che trasportano rifiuti pericolosi, ma è obbligatorio solo per le aziende italiane di autotrasporto e non per quelle straniere che operano nel nostro Paese. Nonostante il sistema negli scorsi anni abbia dimostrato in maniera evidente di non funzionare, il governo ha deciso di rendere le aziende di trasporto vittime di un sistema che non solo non garantisce alcun risultato per la tematica per cui è stato creato ovvero la lotta contro lo smaltimento illegale dei rifiuti pericolosi ma è dispendioso a causa degli adempimenti a cui obbliga le imprese che già arrancano a causa di tutti gli altri problemi e della generale crisi.

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui quella del fermo nazionale autotrasporto è stata definita da Franco Pensiero, Presidente nazionale di Trasportounito, una “non scelta”, quasi una decisione obbligatoria per indurre lo Stato a guardare in maniera più seria e interessata un settore di importanza strategica per il nostro Paese.

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