Ricambi veicoli industriali, pandemia e crisi: qualche suggerimento da un ricambista indipendente
Come i rivenditori di ricambi veicoli industriali possono reagire alla crisi?
Nonostante il governo abbia mantenuto aperte le attività collaterali ai trasporti, ad esempio le officine di riparazione e i rivenditori di ricambi veicoli industriali, il settore dell’aftermarket è piombato in una crisi imponente e improvvisa. Secondo gli economisti, a distanza di poche settimane, il settore del ricambio indipendente ha perso circa il 10% del fatturato annuo. Naturalmente la contrazione aumenta in maniera esponenziale con il passare del tempo.
Le cause della crisi nel settore dei ricambi veicoli industriali
Le cause? In primis il calo della domanda, derivante dalla reazione a catena innescata dal fermo di tutti gli altri settori. A seguire la chiusura di alcuni stabilimenti produttivi di ricambi veicoli industriali dovuta ai problemi burocratici relativi ai codici ATECO e l’effettiva produzione svolta. Infine , il ritardo di tutti i trasporti da e per l’Italia che si riflette nel drastico calo delle esportazioni e nella riduzione della disponibilità di merce presso i maggiori distributori italiani.
Rispondere alla crisi
Tuttavia, è essenziale in questi momenti non farsi prendere dal panico e dalla precarietà del periodo storico che viviamo e, innanzitutto onorare gli impegni nei confronti dei fornitori, altrimenti il risultato sarebbe il crollo economico a tutti i livelli. L’economia e il mondo dei ricambi veicoli industriali devono andare avanti. In questo frangente tutti noi stiamo imparando, a nostre spese, ad organizzare le nostre imprese prevedendo che i “colpi bassi” non provengono soltanto dalla concorrenza o da normali fattori di mercato, ma a volte prescindono da tutto e sono imponderabili. Le nostre attività non devono lavorare solo come macchine create per andare al massimo dei giri e rincorrere fatturati, ma devono essere in grado di adattarsi a contratture improvvise, senza correre il rischio di implodere.
Quali misure a sostegno delle imprese prevedono i decreti economici del Presidente del Consiglio dei Ministri
In questo periodo di emergenza globale, tutti noi rivenditori di ricambi veicoli industriali dobbiamo continuare ad offrire un servizio ai nostri clienti cercando di equilibrare le spese e la forza lavoro e utilizzando al meglio gli ammortizzatori sociali che lo stato ci mette a disposizione. Per esempio si può richiedere la cassa integrazione in deroga che per questa emergenza è esente da imposta di bollo ed è stata estesa ai lavoratori assunti dal 24 febbraio al 17 marzo 2020. Il governo sta varando delle misure atte a sostenere le imprese che ci aiuteranno a fare da scudo a questa inaspettata recessione. A questo proposito il Premier Giuseppe Conte ha parlato di decreto ‘’liquidità’’ e decreto “cura Italia’’. Tali decreti offriranno la garanzia dello stato alle banche che concederanno prestiti di qualsiasi tipo alle imprese. La garanzia coprirà il 90%dell’importo richiesto per imprese con meno di 5000 dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato; l’80% per le imprese con più di 5000 dipendenti e più di1,5 miliardi di fatturato; per le piccole e medie imprese la garanzia sarà gratuita. Potranno accedere al credito le imprese che al 31/12/2019 saranno ritenute sane e con una buona prospettiva e non si potranno distribuire dividendi nel corso del 2020 né riacquistare le proprie azioni. Il finanziamento potrà essere utilizzato solo per attività geolocalizzate in Italia. I prestiti andranno restituiti in sei anni con commissioni a partire da 0,25 % per il primo anno, 0,5%per il secondo e 1% per quarto, quinto e sesto anno. I decreti inoltre hanno rinviato i versamenti F24 di iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio per i soggetti che abbiano accusato una diminuzione del fatturato del 33% o maggiore; i versamenti sono sospesi fino a giugno con la possibilità di rateizzare i pagamenti in 5 mensilità. Infine viene data la possibilità di usufruire di un credito d’imposta del 50% per le spese di sanificazione dei luoghi di lavoro e l’acquisto di mascherine e occhiali protettivi.